ciao Berta coccolona..

per questo non mi lasciava salire in casa oggi. Per questo voleva stare accoccolata con la testina sotto il mio braccio. Forse il suo istinto glielo aveva già detto. E sono contento di averla abbracciata e coccolata e di aver sorriso con lei per un'ora. Mi sentivo svenire dalla fame, avevo da fare, ma proprio non ce la facevo a salire in casa. E l'ho tenuta stretta stretta per un'interminabile ora, durante la quale ci siamo divertiti a farci le foto.
Così almeno quando qualcuno stasera l'ha investita e lasciata lì come un sacco di stracci, la mia piccola Berta è morta sapendo di essere amata.
 Era una di quelle volte in cui hai la netta sensazione che quella bestiolina che hai appena incontrato proprio qui, sotto casa tua, dovesse averne passate di tutti i colori. Attirata da un fame disperata, aveva il terrore di me. Ci sono voluti tanto tempo e tanta pazienza per farla avvicinare, per farle capire che qui con me era al sicuro e che almeno una volta nella vita era stata fortunata. Che le sue sofferenze erano finite. Con me, le sue sofferenze erano davvero finite. Il terrore iniziale ormai da tempo era diventato amore, amore incondizionato.
Non riuscivo ad andarmene, al mattino, o a risalire in casa al ritorno. Perchè c'era lei sotto casa a aspettarmi, che chiedeva di essere grattata sotto il pancino, sulla testina, e che mi seguiva quando accennavo ad allontanarmi, che mi si infilava in macchina e non si spaventava neppure quando chiudevo gli sportelli, e accendevo il motore. Pur di stare con me, sfidava tutte le sue paure, e io ridendo le facevo fare i giretti sotto casa. Adesso le tue sofferenze sono davvero finite.
Ciao, piccola Berta coccolona. Sono arrabbiato. Sono incazzato livido per quello che ti hanno fatto proprio qui sotto,  senza neppure mostrarti quel pò di rispetto fermandosi e magari scansarti dal centro della strada per non farti sfregiare ancora di più.
Non ho risposto quando ho sentito suonare il campanello. Non ho aperto sino a che non ho riconosciuto distintamente la voce di una vicina che mi chiamava da dietro la porta. Avevo già capito tutto. E sono incazzato. Ora sono incazzato.
E ti chiedo scusa, gattina dolcissima. Scusa per avermi trovato così tardi.
Non sono responsabile di tutto quello che puoi aver patito prima. Ma sono orgogliosamente responsabile di avertelo fatto dimenticare, così amata, viziata e coccolata in questa ultima, bellissima parte della tua vita. E pensare che dopo che Gaetano mi ha lasciato, avevo anche cominciato a pensare che forse ora c'era posto per te, qui in casa mia. Ci stavo pensando da un pò, e per questo ti avevo sottoposto alla terapia antiparassitaria. E ci stavo pensando proprio oggi, dopo quel lungo abbraccio durato un'ora. Ma evidentemente ci ho pensato a lungo.
E forse tu già sapevi che ci avevo pensato un giorno di troppo.


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