Eroe è a casa..


Si erano rivolti anche a noi i "familiari" del povero Eroe, che per una svista si era ritrovato fuori casa, la casa in cui era cresciuto e dove aveva sempre vissuto, amato e accudito come un principino.
Era successo settimane fa, mail con richiesta d'aiuto corredata di foto "segnaletiche". Noi non ce la sentimmo di tacere su un paio di complicazioni non da poco, a partire dalla pezzatura estremamente comune del gatto, che avrebbe reso difficilissimo per chiunque avvistarlo e eventualmente segnalarcelo, sia a noi che ai familiari, e soprattutto, che per un gatto abituato a quel tipo di vita di sicuro non si sarebbe trattato di una passeggiata di salute, bensì di una vera e propria prova di sopravvivenza. 
Eroe poi in questo senso è stato veramente sfigato: prima l'interminabile raffica di temporali, poi l'arrivo improvviso del freddo vero e proprio, con tanto di vento gelido, poi la notte dei botti: praticamente tutto quello che può rendere la vita di un "randagio suo malgrado" semplicemente un inferno, semplicemente una prova difficile da superare.
Poi però, si è rivelato utilissimo apprendere di una malformazione alla coda, con una specie di "effetto zig zag",  che se non altro ce lo avrebbe reso inconfondibile rispetto ai moltissimi gatti che gli somigliano, informazione che per dimenticanza in un primo momento si era omesso di fornirci. Questo ci ha un pò rincuorato, vista la ridda di segnalazioni, alcune pure un pò sconclusionate (ma naturalmente in buonissima fede!), persino da parte nostra. 
Chi ha un gatto in casa e lo ama e lo protegge, magari da anni, può capire come ci si può sentire sapendolo fuori solo, terrorizzato e probabilmente affamato. Di sicuro perciò non avremmo voluto torturare i proprietari del miciotto sventurato pure con continui falsi allarmi.
E in effetti ad un certo punto noi lo abbiamo avvistato: distintamente a sufficienza da capire che si trattasse di lui e non dell'ennesimo sosia, ma ahimè pure per capire che fosse veramente veramente molto impaurito e traumatizzato, cosa che non avrebbe certo agevolato un'eventuale operazione di recupero. 
Abbiamo sempre sperato che, se non fossimo riusciti noi a trovare lui, prima o poi sarebbe stato lui a trovare noi. Ma i fattori sono tanti: dove c'è il cibo ci sono anche altri gatti che in genere sono tutt'altro che ospitali con gli intrusi, e questo è già uno scoglio niente male, poi mettici l'arrivo di un luna park affollato e rumoroso, la notte dei botti di cui sopra, e tra una cosa e l'altra, neppure il tempo di gioire del fatto che se non altro da lì in poi Eroe avrebbe avuto perlomeno cibo e acqua regolarmente, che con la stessa rapidità con cui ci si materializzò letteralmente davanti agli occhi, tutti arruffato e impaurito, con la stessa rapidità, dicevamo, è scomparso di nuovo. 
E da qui in poi noi preferiamo credere che se a questo punto si stesse facendo una ragione del non avere più una casa, allora forse abbia concentrato tutto il suo "sesto senso" felino nel cercare di trovare di nuovo almeno noi, magari in un posticino più tranquillo e appartato.
E così è stato. 
Fra l'altro, ma forse questo lui non riusciva più a capirlo, non lontanissimo dalla sua vera casa.
Diffidentissimo, sempre a distanza di sicurezza e ben aldilà di un'inferriata, al riparo sotto le auto parcheggiate, ma ci aveva pur sempre ritrovati. E ora stava solo a noi fargli capire che lì sarebbe potuto rimanere, nella tranquillità più assoluta, con pure un paio di ripari accettabili, e cibo e acqua a volontà. Già qualcosa.


Abbiamo comunicato ai proprietari di Eroe che la situazione adesso era questa, e che a questo punto sarebbe stato prudente non terrorizzarlo più, non traumatizzarlo più. E un tentativo di cattura prematuro o arraffazzonato avrebbe potuto seriamente compromettere la fiducia che piano piano e con immenso sforzo quel gatto provatissimo e spaventato stava riponendo in noi. 
Adesso se non altro sapete che è qui e che ha l'indispensabile, abbiamo pensato. Ora abbiamo solo bisogno di tempo e pazienza. E per i gatti noi non siamo a corto nè dell'una nè dell'altra cosa.
E così pensavamo che sarebbe stato.
Ma oggi ci siamo accorti, da subito, già dalle prime ore del mattino, che per Eroe la prova si era fatta realmente troppo dura. Oggi, pur con la legittima dose di diffidenza, si stava veramente raccomandando a noi: "aiutatemi, non ce la faccio più. Questa vita proprio non è per me".
L'unica traduzione che siamo riusciti a dare ai suoi miagolii disperati di oggi è stata proprio questa supplica.
E per disperazione, col cuore spezzato da quel lamento praticamente ininterrotto, abbiamo capito che oggi avremmo dovuto fare in un sol colpo tutti i progressi per i quali avremmo ipotizzato tempi decisamente più lunghi. Con istanti interminabili di immobilismo e silenzio, sussurrandogli il suo nome, confidando sul fatto che i gatti capiscano non tanto le tue parole quanto le tue intenzioni, abbiamo cercato di comunicargli che le nostre intenzioni erano buone. Buone per lui.
E dobbiamo esserci riusciti. Perchè siamo riusciti a passare dalla diffidenza più snob al farci letteralmente seguire, piano piano, lentissimamente, sino a dentro un luogo chiuso e più caldo (dove sapevamo di avere un trasportino, ammesso che fossimo mai riusciti a prenderlo e infilarcelo, cosa peraltro affatto semplice, pure con i gatti di casa..) sperando in un suo senso di sollievo al tepore, e sperando di non dover ricorrere a gesti o manovre brusche per giocare il tutto per tutto, dato che in caso di fallimento sarebbero dovuti passare giorni prima di riacquistare la sua fiducia. E poi diciamocelo:secondo noi Eroe non sarebbe sopravvissuto ad una sola altra notte randagia.
 E crediamo di essere riusciti a disporre di tutta la "telepatia" che agli umani sia dato possedere,  perchè ce l'abbiamo fatta: senza braccarlo, senza stanarlo, lo abbiamo letteralmente convinto ad esser lui a venire tra le nostre braccia, poi nel trasportino, e finalmente a casa. 
Soventemente vi raccontiamo di quanta sofferenza siamo testimoni con la nostra attività di volontariato col randagismo felino. Per questo quando oggi siamo riusciti a compiere questa vera e propria impresa (e vi assicuriamo che lo è stata) abbiamo deciso di condividerla con voi.
Di condividere cioè con voi il sollievo di sapere che stanotte Eroe. il "randagio per caso", sarà a nella sua casa, al calduccio.
Almeno lui.
Bella vita, bel gattino.

1 commento:

  1. bella, bella storia, soprattutto per chi, come me, l' ha vissuta e sofferta in prima persona, e non solo per l' esito positivo prima di tutto per Eore, ma anche ricca di significati ancora nascosti che in questi giorni mi si palesano....Si, perchè, pur rispettando il plurale, non maiestatis, ma anonimo per pudore di queste pagine, non credo di svelare misteri dicendo che l' autore di questo piccolo grande miracolo è uno e uno solo, e uno solo l' umano che Eroe ha trovato sul suo cammino di randagio per caso e che poi ha scelto di andare a cercare...a domicilio per farsi salvare, facendo finalmente prevalere l' istinto vitale su una paura buia e innata... Io non finirò mai di ringraziare questo umano che ha avuto la pazienza la volontà e l' intelligenza di portare a termine un' impresa da etologo sul campo.. altro che Findingbigfoot! Findingbigfood !scherzando per tirarmi su così chiamavo Eroe in questi lunghissimi due mesi, "bigfood", confidando nella sua "gola"...e infatti l' umano di cui sopra lo ha conquistato piano piano con il cibo più buono e ricercato di quello riservato al popolo dei randagini, dandogli un doppio messaggio: ti nutro e ti riconosco per quello che sei, gatto di casa con tutti i diritti acquisiti annessi e connessi. Eppure mi piace constatare come dentro questa storia di Eroe ci sia in controluce la storia di un riavvicinamento, altrettanto lento, progressivo, di due umani, due anime che forse alla fine si sono conosciute, o meglio riconosciute,anche loro anime randagie.. dico riconosciute perchè dai tanti buchi neri dei ricordi d' infanzia, adolescenza ho soprendentemente ben chiare dopo cinquant' anni le folate di scirocco, e del fumo delle anguille a seccare al sole, il salmastro delle conchiglie della spiaggetta e quel muretto dove ci arrampicavamo, il canale del Glacis alle spalle, sbattendo sui mattoncini rossi i pattini ancora ai piedi e confidandoci le nostre aspirazioni, le paure, trasmettendoci l' un l' altro quella vitalità irripetibile e acerba... si, una bella sorpresa ritrovarsi così, ora, coi sogni realizzati, (pochi?) quelli infranti (tanti??!!!) e per me orbetellana in esilio scoprire tanta generosità .. un misto di emozioni che prende alla gola, una storia che meriterebbe di essere raccontata a parte. Grazie davvero ancora
    Sylva

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